MEDITAZIONE SULLA LUCE

Sedetevi eretti, ma comodi, davanti ad una candela accesa.
Fate tre respiri lenti e profondi. Guardate la fiamma e chiudete gli occhi.

Visualizzate o immaginate la fiamma nella vostra testa, nel terzo occhio, dentro la fronte, in mezzo alle sopracciglia.
Vedete la sua luce bianca gialla oro col vostro terzo occhio, nel terzo occhio. Guardate bene la luce, percepitela, sentite che è nella vostra testa.

Portate la luce al cuore, al chakra del cuore, in mezzo al torace, ed illuminate bene. Guardate e percepite la luce che illumina. Sentite la tranquillità che porta.

Portate la luce bianca gialla oro al torace, ai polmoni ed ai bronchi. Illuminate bene tutto il torace ed i suoi organi.
Portate la luce al plesso solare, allo stomaco, ai suoi organi ed alle loro funzioni. Illuminate ogni parte con la luce bianca gialla oro.
Portate la luce alla pancia, all’intestino e a tutti gli organi interni. Vedete la luce che si estende ad ogni angolo interno del vostro corpo e che illumina e sana ogni organo fisico ed ogni sua funzione.

Portate la luce ai fianchi ed all’inguine. Illuminate bene, con calma.
Portate la luce alle gambe ed ai piedi sopra e sotto. Illuminate bene, con la luce bianca gialla oro, che risana e calma. Illuminate le gambe, davanti e dietro.
Portate la luce ai glutei, alla schiena, a tutta la colonna vertebrale, fino alle spalle. Percepite la luce che si muove dentro di voi e che risana ed illumina tutto il vostro corpo.
Illuminate ogni parte dentro di voi, il sistema nervoso, il sistema scheletrico, quello muscolare, l’apparato cardiocircolatorio, l’apparato respiratorio, quello digerente, escretore, riproduttore.
Portate la luce bianca gialla oro ad ogni parte del vostro corpo ed a tutte le sue funzioni, ad ogni organo, sistema ed apparato.

Se avete una parte del corpo sofferente, soffermatevi ad illuminarla con la luce bianca gialla oro, finché non percepite qualche cambiamento e sollievo. Vedete la parte sofferente ben illuminata.

Portate la luce al collo, alla gola, ed ai suoi organi interni.
Portate la luce bianca gialla oro ai cinque organi di senso ed alle loro funzioni. Illuminate la pelle ed il tatto, le orecchie e l’udito, la lingua, il gusto e la parola, il naso e l’olfatto, gli occhi e la vista. Illuminateli bene.
La lingua è particolarmente importante perché è l’unico organo che ha una doppia funzione, quella del gusto e quella della parola.
Portate la luce a tutto il viso ed alla testa. Illuminate ogni sua parte, fino ai capelli.

Vedete il terzo occhio pieno della luce bianca gialla oro ed illuminate bene all’interno della testa, fino al settimo chakra, alla sommità della testa.
Siete riempiti di luce, che guarisce, aiuta e risana.

Portate la luce bianca gialla oro fuOri di voi, intorno al vostro corpo.
Vedete che la luce esce dal vostro terzo occhio e si espande intorno a tutto il vostro corpo, illuminandovi, sanandovi e proteggendovi.
Siete contornati dalla luce, sentitela e percepitela.

Portate la luce bianca gialla oro nell’ambiente in cui siete, tutto intorno a voi, nella stanza, in ogni parte della casa, nel giardino, intorno alla casa, nello stabile.
Portate la luce alle persone che sono intorno e vicine a voi, alle persone che vi sono care, ai vostri familiari, amici, parenti.
Portate la luce a chi vi ama e a chi che non vi ama, a chi vi piace ed a chi non vi piace come si comporta.

Portate la luce ai vostri animali, agli animali che conoscete ed a tutti gli animali. Illuminateli bene con la luce bianca gialla oro. Hanno lo stesso nostro diritto di vivere su questa stupenda madre Terra.
Portate la luce a tutta madre Terra, alle sue terre, alle campagne, ai monti, alle colline, ai deserti, alle giungle, ai suoi mari, fiumi, laghi e ruscelli, alle sue falde acquifere, a tutta la sua acqua interna ed esterna, a tutta la sua vegetazione ed a tutti i suoi minerali.
Ogni parte di madre Terra ha la propria evoluzione ed il proprio diritto di vivere in pace, come noi.

Illuminate i cinque elementi, che costituiscono ogni forma di vita e di creazione, terra, acqua, fuoco, aria ed etere. Gli stessi elementi che formano il vostro corpo, formano anche il corpo di tutti gli altri esseri umani, degli animali, dei vegetali, dei minerali, di madre Terra, di ogni astro e galassia.

Portate la luce bianca gialla oro tutt’intorno alla Terra, vedetela immersa nella luce, con tutte le sue creature umane, animali, vegetali e minerali. Illuminate i tre Regni, animale, vegetale e minerale. Estendete la luce intorno alla Terra.
Portate la luce bianca gialla oro all’atmosfera, alla stratosfera ed oltre, fino alla Luna ed al Sole.
Illuminate la Luna, il Sole, le stelle e tutta la galassia che ci ospita.
Portate la luce bianca gialla oro fino a tutte le galassie, sempre in espansione, al Cosmo ed alla creazione tutta.

Illuminate e vedete la stessa luce bianca gialla oro nel vostro terzo occhio, nella fronte, in mezzo alle sopracciglia.
Vedete la luce nella vostra testa e sentite come vi rasserena, sana e rende più forti ed in armonia con tutto il resto del creato.
Siamo tutti immersi nella stessa luce e ne facciamo parte.

La luce vi protegge, supporta ed aiuta. È sempre dentro e fuori di voi. E’ nel vostro terzo occhio e qui potete sempre trovarla ed utilizzarla. Con e dal terzo occhio potete illuminare il vostro corpo e tutto il vostro essere, tutti e tutto intorno a voi, vicino e lontano.
Vedete la luce bianca gialla oro della fiamma dentro di voi, nella vostra mente.

Fate due respiri lenti e profondi e cominciate a muovere lentamente le mani, i piedi, la testa ed il corpo. Quando vi sentite, con calma, aprite gli occhi e ritornate pienamente nel luogo e nel momento in cui siete, nel qui ed ora.

La luce è sempre dentro ed intorno a voi, è amore puro ed incondizionato.
Ogni volta che volete. Potete immergervi e fondervi con la luce. Potete vederla dentro e fuori di voi, portarla dentro e fuori il vostro corpo e tutto il vostro essere.
La luce guarisce, risana, fortifica ed appiana. Porta pace, è divina.

IL GIORNO DELLA LEGGEREZZA

Molti di voi penseranno che la leggerezza sia cosa di pochi o di molti con la possibilità di non pensare al quotidiano e alle sue preoccupazioni, ma non è così. La leggerezza è un dono che raggiunge chiunque voglia intraprendere la via del contatto del proprio Sé e di tutto il mondo ad esso collegato. Non è una questione di possibilità economiche o di amicizie importanti, né di ricerca spasmodica del profondo a tutti i costi o del suo opposto superficiale.

Come detto è un dono, una meraviglia di stato d’animo e di percezione che giunge spontaneamente nel vostro cuore e in tutto l’essere, grazie alla preparazione che avete effettuato nel lungo periodo precedente durante la vita attuale e quelle anteriori. In molte incarnazioni avete provato, consapevolmente o no, a raggiungere vette più elevate di un semplice vivere terreno, con i suoi meriti e demeriti, e anche se non lo ricordate, questi tentativi vi hanno spianato la via per il momento attuale. Così in questo bastano un giusto utilizzo delle proprie conoscenze e la corretta determinazione emotiva per spingere in braccio al cambiamento. E questo arriva.

Non è preannunciato e dichiarato, ma arriva piuttosto come un visitatore furtivo e inatteso che, appena trova la giusta situazione, si presenta e si insedia portando il suo bagaglio di sapere e doni. È come per la meditazione, la nostra è solo una preparazione per poter attingere alla sua fonte. La sua conoscenza arriva solo quando siamo veramente disponibili e pronti per riceverla. E sempre leggerezza e meditazione sono collegate. Non si medita, se non in distacco dai problemi quotidiani ed eccezionali e non si è dotati di leggerezza se non si è distaccati dalle pesantezze che impediscono la meditazione.

Il primo punto da osservare e scoprire è l’affidabilità che noi diamo alle nostre azioni e al loro possibile successo. Siamo esseri di Luce nella sostanza e l’espressione delle nostre capacità si riverbera sempre nei nostri movimenti e nelle decisioni che prendiamo. Certo siamo più attenti al nostro profondo, se siamo noi a decidere dove vogliamo andare, invece di farci schiavizzare dalla mente e dai suoi pensieri.

E questo è il secondo punto da seguire, diventare responsabili di ciò che facciamo e che vorremmo compiere. Responsabilità e leggerezza vanno sempre di pari passo, perché solo nella consapevolezza di ciò che sono le nostre azioni e i loro moventi, noi possiamo recepire il giusto impulso a superarle e travalicarle per qualche cosa che le sublimi e le renda nel giusto splendore. Non è necessario fare sforzi per questo, ma semplicemente lasciar accadere senza opporsi. A volte l’opposizione al fluire è la nostra peggiore arma di controllo e blocco nell’evoluzione personale e nello sviluppo del Cosmo.

Non vi è niente di impervio, difficile o ostico in tale processo, ma solo una scelta fra essere e fare, tra accettazione di ciò che ci compete e pervade e dittatoriale scelta di controllo estremo, sia a fine benefici che per scopi poco nobili. La leggerezza compete a chi è libero dalla pretesa del comando su di sé e gli altri, a chi ha capito che per arrivare dove già siamo il passo è talmente breve da coprire lo spazio di un sospiro che venga dal cuore e che aneli con tutto sé a divenire ciò che è.

E questo è il terzo e ultimo passo della leggerezza, quello che richiede una totale avvincente consapevolezza di essere ciò che vogliamo diventare e che niente va fatto se non affidarsi al Superiore e lasciar fluire. Con la leggerezza si ricompone la visione interiore, la conoscenza dell’anima legata ai mondi sottili e a tutto il suo corredo di spiritualità e gioia profonda.

È il contrario della superficialità e solo gli yogi ne entrano in possesso, ma tutti possiamo esserlo. È previsto che tutti ci si risvegli a una divina leggerezza e ai suoi effluvi di fragranze dai mille profumi e altrettanti colori, di melodie parlanti e di vicinanze sottili. In fin dei conti basta crederci e lasciare che accada.

OLTRE LO SGUARDO

Chiudi gli occhi alle cose del mondo e guarda la verità, quella che non avevi mai osato neanche immaginare. Guarda oltre te stesso e il mondo che ti circonda, guarda la verità negli occhi e vedi ciò che è, là fino a dove puoi. È arrivato il momento, tu sai che è arrivato e ha già bussato alla tua porta.

Non ti preoccupare delle circostanze apparenti o delle sostanziali difficoltà, ma limitati a considerare la realtà per quello che è e che si mostra ai tuoi occhi interiori. Non giudicare, non emettere neanche il più piccolo giudizio fino a che non sarai in grado di contemplare più da lontano il mondo che ti avvolge in questa terza dimensione. Non considerare che devi cambiare la tua situazione attuale o che devi cercarne una nuova. In realtà tutto è perfetto così come è.

Non sta a te prendere adesso una decisione così importante, se lasci andare il tuo vecchio modo di vedere e interpretare le cose. Questo è un concetto che non ti riguarda più, se il tuo sguardo è andato oltre. Tu sai ora che non vi è tempo o paese che ti possa far essere felice o infelice, se il tuo animo non è pronto per l’una o l’altra condizione, se la tua mente non è in sintonia con un sentimento o l’altro. Tu sai che dipende da te e che la verità ti ha messo gli occhi addosso e ti avvilupperà come non mai prima. Ti chiamerà a sé e tu risponderai alla chiamata, perché non puoi farne a meno, adesso che sai, che cominci a sapere.

Guarda in alto dentro di te, sempre più in profondità, perché in ogni abisso c’è la vetta sperata e in ogni meandro del tuo essere è compresa una porzione di Cielo, che si svelerà ai tuoi occhi interiori prima che tu lo possa intuire.

Ecco, i giochi sono fatti ora nel firmamento delle cose scoperte e nella speranza di quelle nuove. Non temere l’evoluzione, come non temi di guardare in alto la notte di stelle. C’è luce nel tuo cuore, più di quanta tu ne possa aspettare e c’è la spinta sufficiente a guardare oltre. Ma sappi che non si torna indietro, quando è presa la decisione di essere quello che si è veramente. Il movimento della Verità si attiva istantaneamente, richiamato da un cuore sincero che ha deciso di vedere ciò che è e non ciò che la mente vuole.

Sii certo-a di questo, come sai che domani sorgerà il sole. Rispetta la vita e tutto ciò che comporta per onorare il mondo che verrà e che tu puoi vedere adesso, perché è già qui e basta sintonizzarsi, tu lo sai. Immagina ciò che puoi fare con la mente in linea con il cuore, quando lo sguardo va oltre al conosciuto tattile, all’immaginario limitato che oscilla tra vedere e fare solo cose sempre risapute e decise con una mente limitata.

Risplendi dell’immagine che hai di te nel profondo della tua meditazione e pensa con lo sguardo dell’anima che contatta lo spirito che è. Non temere il futuro, perché il futuro non esiste. E’ un continuo presente che non finisce, non s’inceppa nei suoi meccanismi di attuazione, non torna indietro, non procede avanti. Stai dove stai e capisci. Assapora il presente come il continuum che è, un mondo senza fine e illuso di sé nella falsità della vita quotidiana di routine che avviluppa e corrode l’anima che non sa e non vuole vedere. Apri gli occhi al mondo interiore e scoprirai un mondo esterno diverso dalla realtà che è e pur immerso in essa e da questa benedetto nei suoi aspetti più profondi.

Apri gli occhi e guarda oltre il conosciuto per scoprire il reale che aspetta che tu lo scopra, per mostrarti la Verità. Non avere paura, io sono lì ad aspettarti.vv 

I PASSI DELLA MEDITAZIONE

La comprensione degli aspetti della vita viene riflettendoci e meditando se un fatto, una questione o un evento sono giusti o no, se sono corretti per la vita che esiste tutto intorno a noi e per noi stessi. Meditare significa considerare in profondità e con sensibilità gli aspetti di qualche cosa o qualcuno. Questo porta a riflettere sull’essenza di ciò che è, della vita e del principio che unisce e governa.

Non è una pratica facile, perché siamo spesso fuorviati dalle considerazioni futili e immediate che ci legano alla quotidianità e ai nostri problemi strutturali e improvvisi. Eppure, è proprio la possibilità che abbiamo di vedere le questioni dell’esistenza in modo più distaccato, senza farcene toccare e poter arrivare così ad una decisione pratica che ci permetta di vivere meglio. Non è veloce il suo processo, non da fast food o usa e getta, ma porta all’abitudine di considerare l’utilità dei vari aspetti.

Questo è quanto più ci serve per essere attorniati dal positivo e dal creativo che ci può accompagnare. Non sto ancora parlando della meditazione intesa come pratica profonda e spirituale, ma di un inizio di attenzione alla praticità, aspetto altrettanto importante nella vita di tutti i giorni, che se ben sviluppato aiuta anche nella spiritualità. Noi siamo un tutt’uno di materia e spirito, fin che siamo sulla Terra, e con tale insieme abbiamo da imparare a convivere. Non è difficile, se seguiamo i dettami che la vita ci offre, manifestati nella Natura, che è la nostra prima maestra.

La comprensione della nostra esistenza è alla portata di tutti e il suo percorso può essere agevole e scorrevole, accettando le asperità che possiamo incontrare, come su qualsiasi cammino, fintanto che non viene completamente pulito. La nostra vita è una continua azione di pulizia, che deve essere programmata nei dettagli, considerando i benefici e i danni che ci può portare. Nella sua previsione serve la riflessione sui nostri atteggiamenti, che ci conduce ad avere uno sguardo più interiore di quello solo sulla pratica e che a questo è strettamente collegato.

Come si può comprendere se un agire o una cosa o situazione ci sono benefici o no, se non consideriamo il nostro comportamento verso di loro e le motivazioni che ci sono dietro? Il beneficio di qualche cosa può portare a positività maggiori, oppure no, e così viceversa. Ma ciò è sempre collegato al nostro sentire, alle nostre aspirazioni e al sottovalutare che spesso facciamo delle implicazioni che i nostri atteggiamenti comportano.

Partendo da questioni pratiche, ci si abitua all’osservazione e questo è il primo passo. Da qui all’attenzione di come facciamo le cose e di come ci arrivano è il secondo passo. Il terzo passo è considerare perché ci comportiamo in un certo modo e come mai ci arrivino sempre determinate situazioni.

Per fare questo bisogna andare un po’ più in profondità e supportare la nostra intelligenza pratica con l’uso dell’intuito e della memoria akashica. Dobbiamo cioè porci in una situazione di ascolto, più che di riflessione, che verrà dopo in modo più profondo e complesso, ma pur sempre semplice perché intuitivo.

Spesso non ci rendiamo conto del ripetersi delle nostre azioni, né ci soffermiamo sulle spinte interiori e automatiche che ci guidano. Il nostro subconscio ci spinge, senza che se ne abbia la consapevolezza. Ed è proprio questa che ci serve per risvegliare le capacità pratiche profonde, che ci consentono di prendere la nostra vita in mano. Non è il subconscio che deve comandare, ma la nostra mente superiore, buddhi, che ha la capacità di discernere tra utile e dannoso per ogni azione e per gli sviluppi che può comportare.

Quando si arriva a considerare la mente collegata al divino, siamo un passo in avanti nella nostra ricerca di consapevolezza interiore e ci dobbiamo preservare dagli influssi esterni e interni che ci portano a considerare di nuovo ciò che abbiamo abbandonato, perché non ne siamo ancora fuori, ma piuttosto al limite.

Questo è il quarto passo della meditazione, intesa come processo evolutivo di attenzione e sviluppo della sua pratica. Tutto ciò che è superfluo per capire la nostra essenza non ci interessa più e non ci distrae, se pratichiamo con costanza la riflessione sul quotidiano, ne cerchiamo i motivi nostri e del ripetersi degli eventi, se ancora c’è, e se lasciamo fluire le risposte che arrivano dal profondo, che va oltre l’inconscio e il subconscio. In tal modo arriva la consapevolezza di un’azione, di un pensiero e un sentimento, poi di altri e altri ancora e si comincia ad avere la visuale della nostra vita, sino ad allora sconosciuta.

Si cresce in possibilità di agire e in consapevolezza. Un essere umano è chiamato ad evolvere per comprendere ed agire in pienezza e tale comportamento va guadagnato come tutto nella vita. Maya, l’apparenza, fa da ostacolo e luccicante cornice, ma la sostanza giace nella quiete della profondità del nostro essere, dove possiamo arrivare con un quinto passo, che ci spinge nella non reazione a ciò che ci capita o noi stessi provochiamo e ci porta a prendere in mano la nostra vita, partendo da dove siamo, ma potendola cambiare.

Forse il cambiamento non sarà immediato e neanche pratico, almeno non subito, ma la sua presenza sarà tangibile per chi lo vive interiormente e per l’ambiente intorno. Considerando poi che le vibrazioni emesse da una persona che medita si diffondono nell’etere e si collegano a quelle simili emesse da altri, la sua pratica porterà ad un ampliamento esponenziale degli effetti benefici. E questi saranno tanto maggiori, quanto più è profonda la meditazione, a partire dall’osservazione delle questioni pratiche, fino a raggiungere la considerazione e attivazione di buddhi, con tutti i suoi passaggi, ed arrivare alla meditazione vera e propria, quella che fa fondere il meditante nel Divino e in tutta la Creazione.

Con la pratica ci si arriva e chiunque è chiamato in questa attitudine, che gli Yogi insegnano con il loro esempio e che risveglia totalmente le capacità umane e divine.