LA PRIMAVERA

Quando nasce nel cuore quel sentimento di nuovo e di bello è sicuramente nata la primavera in noi, quella che rispecchia la primavera della Terra, sempre nuova e sempre ripetitiva, uguale a se stessa e magnifica, indicatrice di altro e di altrove. E la sensazione che l’accompagna è ugualmente creatrice, innovatrice e sempre uguale. Non vi è possibilità di sfuggirle, né sarebbe corretto sminuirla, solo va vista come un dono che ci porti ad altro e che di altro si può vestire.

La primavera di per sé è splendente ma finisce, un amore è attraente ma si deforma, un’innovazione è entusiasmante ma scolorisce. Allora qual’è il senso di tutto questo e molto altro? Antiche scritture non ufficializzate ci parlano di vecchi mondi e gesta portentose, che allargano il cuore per la complessità e durata, ci promettono che tutto questo sta per tornare e in effetti già sta cominciando ad attuarsi. I più grandi Yogi parlano di mirare in alto, innalzando le vibrazioni e pulendo lo sguardo.

Per arrivare a mettere in atto ciò ognuno ha la propria via, ma forse la primavera più degna di questo nome è quella che non ha niente a che fare con la ciclicità di tempi e sensazioni, ma che rappresenta un inizio di per sé innovativo e portentoso, per quanto timido, che conduce a nuovi modi di sentire e vibrare, che di fronte a loro hanno la pienezza dell’estate, ma non la ricaduta dell’autunno e dell’inverno. Hanno piuttosto momenti di stasi e riflessione, fonte di nuovi apporti, senza il ritorno nella ripetitività scontata e non evolutiva.

La ciclicità ha la sua importanza e persino bellezza, ma riporta sempre al punto di partenza, impone una regola e indica un cammino, ma essendo l’evoluzione lo scopo della vita, una volta appreso tutto ciò che è da comprendere nel ritmo dei cicli, forse l’unica via che abbiamo per apprendere di più è uscirne, per dare vita ad una primavera innovativa, che sia totale manifestazione del nostro Sé. Una manifestazione che abbracci la conoscenza con il sentimento, che travalichi lo scorrere delle stagioni, anche se in queste deve ancora esprimersi, che rimanga imperitura e sempre simile a se stessa. Forse una tale primavera conduce a quella che viene definita realizzazione e porta a vedere oltre la dualità della terza dimensione in cui al momento viviamo.

Quando penso agli angeli li vedo così, al di là dei cambiamenti e della ciclicità degli eventi. Li vedo in uno stato di imperituro amore, sempre uguale a se stesso e di sé soddisfatto, intoccabile dall’altrui dolore, pur essendone sensibile e sempre attento. Li vedo in uno stato di grazia perenne, che della vicinanza di Dio ha fatto il proprio stile di vita e la propria normalità.

Forse gli uomini all’origine si sentivano così e quando cominciamo a risvegliarci il ricordo di questa beatitudine si fa più vicino e impellente la necessità di riviverla e provare definitivamente la sua esistenza fatta di se stessa, priva di alti e bassi e di cicli di ritorno. Una primavera costante del cuore unito al cervello, in cui lo spirito si manifesta completamente proprio come è. Di sicuro in una tale primavera anche gli angeli prenderebbero piena forma, perché casa nostra sarebbe oramai casa loro!

PRESENTAZIONE DEGLI ARTICOLI

Tutti i miei articoli, tranne per adesso in buona parte i libri sull’alimentazione e su Lakshmi, sono ascoltati dentro e così trasmessi, salvo pochissime modifiche per la lingua o perché ritengo che non si capisca molto bene. Sempre chiedo per apportare tali piccoli cambiamenti di espressione, che faccio o no in sintonia con ciò che mi sento dire e in collaborazione con chi me lo dice. Non sono passiva, ma distaccata. Più lo sono e più posso ascoltare in profondità e avere diverse indicazioni in contemporanea, che chiedo di limitare e sviluppare una alla volta, altrimenti la mia mente umana non ce la fa a contenerle e le mie mani non riescono a scriverle.

Spesso mi vengono trasmesse e percepisco immagini e sensazioni, che mi aiutano a comprendere meglio. Un po’ come quando vedo le vite passate. Scrivendo così mi lascio guidare ma sono presente, mi capita a volte di non voler scrivere ciò che mi sento dire perché mi sembra assurdo o senza senso e poi vedo la logica profonda che viene sviluppata e tutto mi si chiarisce.

Questo mi porta a non considerare miei i libri che pubblico, ma a ritenerli un lavoro di collaborazione, anche se poi vi appare il mio nome per motivi pratici. Per lo stesso motivo, spesso dimentico apparentemente i passaggi di ciò che scrivo e quando li rileggo mi meraviglio della loro intensità, che certo non mi appartiene

Gli Esseri che mi suggeriscono sono diversi, a vari livelli, come si può percepire dai differenti brani, ma sempre nella Luce.

Con tutti i dubbi che ho avuto e che posso ancora a volte avere su di me, di questo sono sicura e se sento confusione mi fermo e chiedo chiarezza. Il buon senso mi porta a mettere il beneficio del dubbio su come posso sentire, la mente mi porta a dubitare e il cuore mi spinge dove mi sento richiamare. Compito umano è mettere armonia tra questi tre indirizzi, di chi scrive, di chi legge, di chi ascolta.

Non domando i nomi, tranne alcune volte, e non ritengo che sia importante indicarli, a meno che non mi venga detto. Ma riconosco le energie, ciascuna ad un proprio livello e con caratteristiche ben definite, più o meno intense, profonde e potenti, ma tutte luminose e benefiche. Delle belle e importanti vicinanze nella mia vita, che sempre mi hanno accompagnata e che, dopo tanti anni che scrivo, e molto prima di pubblicare, ho imparato a conoscere, apprezzare e distinguere. Sono dei cari amici estremamente utili e sempre disponibili per me e per chiunque li voglia ascoltare. A volte si tratta solo di fermarsi un attimo e essere un po’ disponibili verso il proprio sentire.

Sempre più persone lo fanno, perché questo è uno degli aspetti umani, attraverso il quale conoscere, diffondere, condividere, imparare e evolvere. È una delle capacità che tutti siamo spinti a utilizzare sempre più in quest’epoca di grandi risvegli e innovazioni. Ritengo che sia un dono da parte di chi ci parla e sostiene, cercando di aiutarci a comprendere. Per questo sempre ringrazio.