Comunque vada, la vita scorre e va dove deve andare per nostro karma e per scelta personale. La differenza è nel vederla e affrontarla in un modo o in un altro, è nella nostra visuale. Possiamo essere passivi e depressi, lasciarci abbattere dalle mille difficoltà della vita e arrangiarci in quello che facciamo, per sopravvivere alla meglio. Oppure possiamo prendere in mano la nostra vita e darci da fare in prima persona, per scegliere il modo di affrontarla e lasciarla scorrere.
Il karma deve fare il suo corso e le scelte fatte prima di incarnarci sono da rispettare, altrimenti le ritroveremo nell’Aldilà come incompiute e dovremo riaffrontarle in una prossima incarnazione. Ma il modo di vivere tutto ciò cambia a seconda di come usiamo l’intuito, il buon senso, il ragionamento e la pazienza. Non vi sono limiti alle sfaccettature degli atteggiamenti che possiamo prendere, ma vi sono stretti passaggi tra una scelta e l’altra. Questo delimita la differenza tra un indirizzo ed un altro e porta al cambiamento, quando necessario. La libertà di scelta che abbiamo è limitata agli eventi che dobbiamo vivere e alla capacità di utilizzare le nostre arti sviluppate nelle vite passate. È legata quindi al karma che abbiamo e ci dà la possibilità di vivere in un modo o in un altro ciò che deve accadere.
Gli indirizzi e le svolte della vita che possiamo prendere, anche queste limitate alle circostanze inevitabili, sono date essenzialmente dall’atteggiamento che abbiamo verso di essa e ciò che ci offre. Sono legati alla nostra visione interiore, che si rispecchia nel modo di osservare gli eventi e affrontarli. Questa porta ad alcune scelte o ad altre e al diverso modo di viverle. Le difficoltà sono tali per tutti, ma alcuni possono soccombere sotto il loro peso e altri darsi da fare con uno sguardo lontano. Oppure le stesse persone in certi momenti reagiscono con positività e in altri si lasciano sopraffare. C’è un motivo per tutto questo.
Il nostro percorso passato ci ha condotti qui dove siamo, proponendoci ciò che abbiamo e che possiamo scegliere. A questo dobbiamo fare attenzione. È molto più rilevante il nostro modo di scegliere che la scelta di per sé, per un discorso di evoluzione personale e come razza umana e quindi per il Cosmo intero. Un atteggiamento positivo, che guarda lontano, oltre la difficoltà del momento e che non si attacca alla sofferenza e alla delusione per commiserarsi, porta a smuovere energie ancora nascoste agli occhi umani. Energie che sono la risorsa della vita e del suo sviluppo.
Non è solo la materia che porta il comando. In realtà la direzione della vita la dà l’intenzione umana, determinata tra cuore e testa, e le forze ancora non conosciute, se non dagli yogi, si sviluppano di conseguenza e agiscono nella materia, che essendo pesante ha tempi lunghi, che richiedono fede in ciò che si sente e si decide per poter vedere i frutti. E la decisione alla lunga non può prescindere dalla gioia di voler realizzare qualche cosa di bello per noi e per gli altri.
Tanto maggiore è la nostra visuale lontana e l’entusiasmo iniziale con cui l’abbracciamo e tanta più sarà la gioia interiore che ci accompagnerà nella sua realizzazione. Ma dato che gli inconvenienti esistono, per karma, per opposizione di chi fa altre scelte, per nostre prove ancora cercate, la nostra gioia va alimentata con il ricordo delle scelte iniziali e della forza che vi abbiamo inserita. La sua presenza nella nostra mente ci libera dai dubbi, ci porta ad una visuale più ampia e ci ridona l’energia che ci ha spinti e sorretti nella scelta.
È una gioia sottile, che può non comparire all’esterno, che è schiva dal mostrarsi a tutti, ma che, nelle giuste occasioni e con le compagnie adatte, si manifesta pienamente per quello che è, un sentimento forte che spinge a trovare il bello dentro e intorno sé.
Stiamo parlando della gioia che sviluppa il coraggio di essere sempre in linea con se stessi e di guardare con uno sguardo profondo e distaccato, che a sua volta genera quella. Sono atteggiamenti che portano a condividere con gli altri la nostra capacità di fare e di pensare, di riflettere e di spronare con l’esempio, non solo con le parole. Queste anzi vengono spesso evitate o risparmiate, quando è evidente che l’ambiente è avverso e i tempi non sono pronti.
La gioia dell’anima si manifesta a tratti a chi sa vedere e si radica nel cuore puro, pronto a donarsi perché è la sua vocazione di scelta, nella consapevolezza mentale che ognuno ha il proprio percorso e a questo si deve attenere quanto più può nella materia e totalmente nella sostanza della propria interiorità. Nel comprenderla e prima ancora cercarla, la gioia si manifesta, prima in modo quasi impercettibile, poi nella profondità del nostro essere come una presenza attuale e più presente, che viene a svelarsi ai nostri occhi interiori in modo sempre più evidente, fino a divenire una compagna costante.
Così noi diventiamo tutt’uno con la gioia, non superficiale di alti e bassi, legata ad altri, alle circostanze esterne e agli oggetti, ma uno stato di essere che corrisponde a piani più elevati della coscienza, dove la consapevolezza trova l’essenza più sottile e il passeggero non ci interessa più come ricerca di vita. Ci sarà ancora, nei suoi risvolti pratici e negli eventi da affrontare, ma la luce di Maya, l’apparenza, non potrà più irretirci con i suoi flash, perché è un’altra la luce che ci attrae e lì la gioia è una presenza tanto più costante, quanto più la guardiamo.
È possibile arrivarci, da qualsiasi situazione noi si parta, perché l’abbiamo insita dentro di noi. Va solo ripulita dalle asperità della vita e dai nostri sguardi più cupi. Con l’abitudine a farlo si sottolinea la sua importanza e lei si manifesta sempre di più. Va cercata come qualche cosa di prezioso e importante, con riflessione, ragionamento, costanza e apertura di cuore. Sentendosi cercata e amata, si svelerà.