È una condizione umana molto conosciuta e diffusa quella di cui parliamo. Non siamo molti a dirlo, ma la tristezza è una situazione del cuore molto utile all’essere umano. Si parla sempre di essere felici, ma la felicità superficiale non fa bene alla condizione umana. È piuttosto una folata di vento che illumina come una falena illumina la notte, niente. È una passata di entusiasmo fittizio e di ricordi di altre situazioni lontane, che hanno portato a quel momento di felicità superficiale e fasulla. Non dura.
Ma se parliamo della tristezza è un’altra cosa. Lei è una presenza utile, se non ci si sprofonda dentro. È un gioco dell’anima che si attacca a cose e presenze e che soffre del distacco e della lontananza della non riuscita di progetti e programmi. La tristezza è il compendio di ciò che abbiamo fatto e non fatto. È l’epilogo della nostra esistenza e di ciò che ci è sfuggito di mano. Riordina le cose e accatasta il futuro su giochi passati, ricordando ciò che siamo stati, per evitarci altro di uguale o spronarci a fare in modo che sia così.
La tristezza è una Dea velata, che prende indelebilmente chi sa di essere un essere umano, legato a questa condizione, ma sa anche di essere molto di più e non riesce a spiccare il volo come vorrebbe. Però non deve essere osannata. Non piace a questa Dea schiva e pensierosa essere portata sempre in giro e essere mostrata come se niente fosse la sua presenza. Preferisce essere trattata con il rispetto che si deve a una grande entità, quale è, e essere portata con onore e gratitudine per la sua presenza e vissuta con la disponibilità a comprendere il suo messaggio, che non è mai cosa da poco.
Onorate la Tristezza come una presenza rispettosa e debole all’apparenza, ma con una grande forza interiore, che spinge a fare di più, per non lasciarsi andare, perché a lei non piace. Non è depressione, ma una sua compagna di viaggio, che spesso si traveste da tale, ma non suscita mai pensieri sbagliati per il momento, porta anzi a riflettere e comprendere, ascoltando di più il cuore e intuendo a volte la motivazione che l’ha portata a noi.
Fatele spazio quando si presenta, non la insultate e non la allontanate in malo modo. Altrimenti tornerà fino a che non l’avrete accolta come merita, capendola e lasciandole il tempo e l’energia di esprimersi, perché ha molto da dirvi. E ciò che vi porta di nuovo, quando finalmente l’ascolterete, sarà di una bellezza inaudita, perché sarà il vostro Sé a parlare da lontano a voi anima. Non allontanatela, comprendetela, lasciatela esprimersi. Quando sarà soddisfatta dell’accoglienza che le avrete dato, allora se ne andrà spontaneamente, contenta di come l’avete onorata, perché avrete finalmente capito la sua validità.
Non sprofondateci, vi dicevo, non lasciatela dominare, perché lei vuole solo esservi compagna per un po’, per aiutarvi ad evolvere come esseri umani e divini e poi si toglierà il velo e farà vedere l’altro suo volto nascosto, quello di una gioia incredibile che viene dall’interiore, dove lei vi ha condotti per istruirvi e lasciarvi liberi di amarla per quello che è. Non dubitate di questo, dietro una tristezza c’è sempre una grande felicità che attende e dietro la Tristezza, quella continua e definitiva, c’è la redenzione, se si sa guardare con lo sguardo dell’anima.
Lei si toglie il velo e si mostra per la Dea che è. Risplende della sua conoscenza e consapevolezza e certo non dimentica mai nessuno da portare alla meta. Visita tutti e contatta spesso coloro che sanno che cosa fare della sua anima di Dea, perché a loro appartiene, come loro appartengono a lei. Non disprezzatela e lasciatela agire indisturbata, mentre l’accompagnate a cercare di farvi comprendere.
È un momento dell’anima e un messaggio degli Dei, che vi suggeriscono di riprendere la vostra vita da dove l’avete lasciata, prima che lei vi entrasse a farne parte. E se non ricordate tale data, allora sapete che la conoscete da sempre e che da sempre lei vi fa compagnia, per non farvi sentire troppo soli e per illuminarvi il cammino con il suo sorriso velato, che c’è. Guardatela nel profondo senza paura, sostenete il suo sguardo e la sua fredda carezza. Sappiate che non vi farà male, ma vi sottoporrà a delle prove, per testare quanto l’amate e se avete cominciato a comprenderla.
Poi lasciatela andare, quando è lei a scivolarvi di mano e ad uscire dal vostro cuore che neanche ve ne accorgete. Sappiate che quando succede, è lei che ha deciso di abbandonarvi, perché non avete più bisogno della sua compagnia e la compagna velata e sottomessa apparentemente è pronta a lasciarvi continuare la vostra evoluzione come meglio è adesso per voi.
È una compagna rispettosa e amorevole, che non teme rifiuti, ma insiste con la sua presenza ogni giorno che serve. Chiedetevi perché e onoratela fino in fondo, perché se ne possa andare e lasciare il posto alla consapevolezza della gioia. Voi siete lei fino a che non ve ne rendete conto che il mondo intorno è solo uno strumento dove lei alberga per insegnarvi e farvi capire quanta gioia avete nel cuore.
Che la tristezza vi accompagni fino a dove è il confine della gioia dell’anima e dello spirito e a lei vi consegni, in modo incontrastato e stabile. Allora capirete quanto la tristezza vi è stata utile e potrete onorarla ancora meglio, rendendole grazie per la sua semplicità e magnificenza, per la sua ritrosia a mostrarsi in pubblico e per la sua velata presenza.