KARMA SINGOLO, COLLETTIVO E TEMA NATALE

Il karma comprende interamente la nostra vita, la indirizza e la plasma a seconda di come ci muoviamo nelle situazioni che viviamo e di come agiamo o reagiamo alle sfide dell’esistenza. Karma significa azione, conseguenza, sfida e come tutte le parole sanscrite ha una connotazione molto più vasta di quella relegata alle singole parole di una lingua attualmente parlata. Ugualmente sono ampie le sfaccettature del karma che indirizza la nostra vita in un succedersi di eventi, che portano ad arrivare esattamente là dove è meglio per noi essere, per poter comprendere ciò che abbiamo da modificare e rivedere.

Non è una punizione, né un impedimento, anche se spesso può essere visto così, ma piuttosto una via da noi stessi tracciata in un susseguirsi di vite, che in realtà appartengono ad una sola. Il karma viene spesso considerato da un punto di vista strettamente personale, con l’idea che possiamo cambiarlo a seconda della nostra decisione del momento, ma in realtà esso ha molte sfaccettature, che si rifanno a scelte e azioni collettive, di famiglia, gruppo, luogo, nazione, continente, pianeta. E naturalmente di specie. Ognuno di noi ha principalmente i propri comportamenti da rivedere e curare, per generare unicità in pensieri, parole e azioni. Ma a volte i nostri sforzi non sono così prontamente ripagati con successi e cambiamenti, non solo perché il nostro karma passato ci porta a dover attendere, ma anche perché qualcuno che ha deciso di evolvere con noi, con il nostro consenso, non è ancora pronto.

Nell’Aldilà, che non è un luogo specifico, ma piuttosto uno stato di essere, prima di ogni incarnazione, abbiamo la possibilità di decidere e programmare, almeno in parte, l’esistenza che andiamo a incarnare e, per fare questo, abbiamo bisogno di altri interpreti della nostra futura vita. Abbiamo bisogno di qualcuno con cui confrontarci e interagire. E tutto questo deve essere stabilito prima della discesa in un corpo umano. Il che richiede un grande lavoro di preparazione. Motivo per cui siamo costantemente assistiti da guide e collaboratori che ci introducono a pratiche per noi nuove e ci assistono nel da farsi e nelle scelte che sono da effettuare prima dell’incarnazione.

Tutto questo avviene tramite il patto prenatale, che coinvolge noi con noi stessi, con il nostro Sé superiore, e con altre anime pronte ad incarnarsi. Ma non sempre le decisioni prese prima della nascita vengono messe in pratica. Spesso in realtà succede il contrario, anche e soprattutto per i tempi di attuazione. Questi richiedono una grande attenzione da parte di tutti gli attori della vita decisa prima di nascere e un tale atteggiamento è difficile che venga seguito con estrema cura da tutte le parti coinvolte. Inoltre nell’Aldilà la nozione del tempo non è come sulla Terra, né questo si muove o viene percepito in senso lineare come noi siamo stati abituati a fare.

Ciò può portare a sfasature sui momenti di attuazione di un dato comportamento tra un individuo ed un altro, perché un’intenzione ben definita prima di nascere come umani può essere tradotta in pratica con più o meno rapidità o lentezza da anime diverse. Non è mai facile adattarsi ad un corpo umano, anche se ci siamo già incarnati una miriade di volte, e inoltre, perché la nostra nascita sulla Terra sia resa fattibile, noi dimentichiamo in gran parte o quasi ciò che eravamo e continuiamo ad essere e ciò che abbiamo deciso di realizzare. Questo è un bene, altrimenti l’incarnazione ci risulterebbe insostenibile e il desiderio di tornare nella nostra condizione più sottile ci spingerebbe a disattendere le lezioni della vita terrena, indispensabili per la nostra consapevolezza, portandoci al rifiuto della vita e al suicidio.

Così la vita verrebbe interrotta e la nostra evoluzione rimandata, ma con maggior pesantezze, perché non saremmo contenti della nostra scelta, appena tornati nell’Aldilà. La prenderemmo come una forma di vigliaccheria o una scorciatoia, inutile e persino dannosa. Siamo noi i principali artefici della nostra esistenza e i primi giudici delle nostre azioni, così dobbiamo fare estrema attenzione a come ci muoviamo tra i meandri del karma, fino ad uscirne completamente fuori.

Ma, ripeto, questa svolta della nostra vita non dipende solo da noi e, inoltre, vi sono molte possibilità che le situazioni cambino o si evolvano diversamente. Quando decidiamo come vogliamo indirizzare la nostra esistenza terrena prima di nascere, noi abbiamo almeno due possibilità di svolgimento, con infinite sfaccettature. Il nostro patto prenatale decide che ci si vada a muovere in una direzione, ma prevede che questo possa accadere in una modalità o in altra.

Sta a noi scegliere la più conveniente e meno dolorosa per noi anime. In questa alternativa, vi sono sfumature più o meno sottili, che ci portano a considerare con maggiore o minore consapevolezza il da farsi. A volte abbiamo percezione che alcuni momenti siano più importanti per lo sviluppo delle nostre vite, o è come se avessimo una porta tempo che si apre dentro e davanti a noi e ci dà la possibilità di attraversarla per raddrizzare il tiro, o per avanzare più rapidamente. Così la via che avevamo abbandonato si staglia nuovamente davanti a noi e viene riunito un percorso che stavamo abbandonando, contro le nostre stesse decisioni prese nell’Aldilà.

Non vi è spazio, in tal modo, per deviare completamente da ciò che è la nostra scelta e questa diventa ineluttabile, anche se molto rimandabile in una linea temporale che consideri il poi e il prima. A questo ci dobbiamo abituare, a vedere la meta davanti ai nostri occhi interiori, per poter raggiungere lo scopo di tutta la nostra esistenza terrena in piena consapevolezza e gioia, perché è una nostra decisione, e reimpostare il tempo dal nostro punto di vista più evoluto, che può spostare, riprendere e considerare i portali spazio temporali, come più è utile all’evoluzione propria e collettiva.

La collettività, si è detto, può essere quella limitata di una famiglia più o meno ampia, o quella di un gruppo, una città o paese, una nazione, continente, pianeta o specie.

Noi come razza umana abbiamo delle responsabilità verso le specie meno evolute come possibilità di crescita e indipendenza, sia sottile che pratica. E questo nostro dovere, che noi stessi abbiamo cercato o almeno accettato nello sviluppo di apprendimento dell’anima, ci porta a dover considerare le prerogative umane ad ampio raggio, che tutti gli appartenenti al gruppo umano hanno la necessità di osservare per evolvere. Tutti, prima o poi, dobbiamo arrivare a farlo. Per questo le più antiche scritture sacre come i Veda, cioè quelle estremamente ricche di indicazioni utili per la nostra evoluzione, parlano di diversi tipi di incarnazione umana. Sai Baba dice che ci sono quattro livelli di umani, il diabolico, il sub umano, l’umano e il divino.

Come lo stesso Darwin ha constatato, scopo della vita è l’evoluzione e pertanto tutti tendiamo al divino e lì dobbiamo arrivare, dove già siamo, al di fuori del tempo. Ma finché ci muoviamo nella linea spazio temporale, in un ambiente di terza dimensione, abbiamo a che fare con il movimento avanti o indietro e con l’evolvere o il retrocedere, anche se tutto nel complesso porta all’avanzamento, perché aiuta ad acquistare conoscenza e consapevolezza, indispensabili per il raggiungimento della divinità, o realizzazione o fusione nel Tutto, o comunque si voglia chiamare.

L’attività che noi mettiamo nel rincorrere noi stessi già evoluti e nello scegliere i passi successivi che ci portano più vicini alla meta, si attua anche grazie all’altrui scelta e azione. Si è detto che non siamo staccati e indipendenti, né come umani, né come membri di uno stesso gruppo più o meno ampio e di ciò dobbiamo tenere conto, prima di svolgere le nostre attività al meglio.

Rifuggire da considerazioni etiche, che rispecchiano le nostre scelte umane e prenatali, ci allontana dalla meta, per quanto possa sembrarci il contrario. Spesso il decidere immediato, sulla base del nostro tornaconto pratico, non ci accompagna nella giusta direzione, ma ce ne allontana. Abbiamo visto che il deviare dalla meta è in realtà momentaneo e che poi si ristabilirà il percorso primario, ma tali deviazioni portano sofferenza e generano confusione di mente e sentire. Allontanano dalla divinità umana e dalla pace che l’accompagna e precede. Ecco perché non risultano convenienti, anche se sul momento possono apparire di estrema attrazione e semplicità.

Non è di facile comprensione il karma, per quanto riguarda le sue infinite sfaccettature, ma nelle sue linee guida questo è solido e puntuale in ogni suo aspetto, che si comprenda o no. Dato che tutti ne abbiamo a che fare, almeno fino a che abbiamo un corpo umano, ci converrebbe considerarlo e conoscerne i meccanismi, senza adirarsi se non raggiungiamo subito i risultati desiderati, o se le circostanze non ci vengono incontro come vorremmo. Le regole sono uguali per tutti, ma hanno diverse manifestazioni e apparenti ritardi, perché ognuno ha il proprio cammino e i propri aspetti sui quali porre l’accento. Vista così, tutto è perfetto in una visione globale e certo perfettibile nei singoli aspetti. Dipende da dove vogliamo sottolineare la nostra attenzione e poggiare lo sguardo interiore. Ma certo il karma va studiato e considerato per un’evoluzione maggiore, più rapida e gioiosa, o almeno molto meno pesante. Quando si conosce il meccanismo di qualche cosa, siamo più capaci di fluire insieme alla cosa in questione o di utilizzarla.

Allora il karma può avvilupparci e persino difenderci con la nostra compartecipazione, se siamo consapevoli della sua importanza e inevitabilità, perché ci conduce dove dobbiamo andare, che si sia deviato o no dal percorso precedentemente scelto come tema natale. Il segreto è fluire, accettare i momenti bui come inevitabili per la comprensione. Niente è una punizione, solo noi a volte ci vogliamo punire, non altri o altro. Inoltre a nessuno è dato più di quanto possa sopportare, perché noi stessi abbiamo scelto i nostri pesi e passaggi nell’Aldilà, prima della nascita fisica. E in tale decisione siamo stati aiutati e appoggiati da maestri e suggeritori, che ci hanno fatto constatare in anticipo le difficoltà e possibilità a cui potevamo andare incontro, supportandoci nella comprensione della scelta.