Passare in un prato è gioia, vedere le stelle e ascoltare il vento lo è. Non c’è indicazione migliore per provare gioia di stare in mezzo alla natura, essere immersi in lei, percepirla, ascoltarle. Se passate accanto a una persona e non la vedete o non sentite il suo sentire, quello che ha da dirvi, è come se lei per voi non fosse mai esistita. E questo è tragico, vuol dire che andate oltre una vostra parte senza considerarla. Ma se guardate in profondità, anche un istante, con gli occhi dell’anima, per voi quella persona esisterà sempre e un legame di aiuto reciproco potrà essere instaurato.
Non temete di essere contagiati, dipende da come lo fate, da come vi ponete. Potete vedere realtà oscene come campi dorati, ma voi siete sempre voi, neutri nel pensiero, o meglio intoccabili testimoni di ciò che è, che sanno vedere al di là delle apparenze, nel concetto stesso di divinità che tutti ci comprende. Se questo è per le persone, e lo è, immaginate quanto più sia così nei confronti della natura. Non c’è malizia in lei.
Per quanto sia stata contaminata dai nostri pensieri e dalla pesantezza delle nostre azioni e volontà, la natura racchiude l’origine della vita e la sostanza per cui siamo stati creati e continuamente lo siamo.
Contiene lo scrigno della purezza e della disponibilità, della fratellanza e dell’aspetto gioioso di tutto ciò che ci circonda. Non guardate le svolte nefaste della natura, la morte e le malattie, che anche gli animali hanno, guardate la sua essenza, la base della vita che la sostiene e che dirige tutti noi. Guardate quello che è il marcatore più puro della sostanza e che è la luce fatta essenza nella sua origine.
Osservate oltre lo sguardo fisico, percepite la fluidità della vita che è insita in ogni foglia, albero e filo d’erba. La vita che viene soffiata e insufflata nel piccolo come nel grande, nella montagna come nel ruscello e in tutto quello che la natura contiene, incluso l’uomo. Considerate la vita con distacco, non con apprensione o fretta. Mettetevi nei panni della vita stessa. Se voi foste lei, che cosa fareste? Come vi comportereste nei confronti di ciò che è e che ancora deve essere, sareste buoni, come usereste la sua energia? Tutto questo e altro ancore vi dovreste chiedere sentendo la natura intorno e dentro di voi, perché voi siete la natura. Riprendete il contatto con lei, il suo fluire in accordo con i tempi che ancora ci sono e con lo sguardo di Dio che vi guarda attraverso lei.
Sentitela viva, come è, e non le potrete più fare del male. Comprendete che lo sguardo profondo che vi unisce a lei è lo stesso che vi porta a Dio, che vi accomuna a lui. La natura è il tramite migliore e più diretto che abbiate per collegarvi con il divino e con voi stessi, con la vostra essenza più sottile che in lei si rispecchia nelle sue possibilità.
La gioia è un tutt’uno con la natura, è la sua stessa essenza. Ma noi l’abbiamo deturpata il più delle volte e ci siamo così scordati della sua meravigliosa potenza curativa. Nella natura è incluso tutto, il bene e il male, perché noi umani le abbiamo dato questa possibilità. In origine era solo luce condensata, che rispecchiava le sue possibilità e la sua grandezza. Guardiamola così nuovamente e lasciamola esprimere come vuole e può al pieno delle sue energie. Diventiamo consapevoli che siamo tramiti tra Dio e la natura e che la natura lo è tra Dio e noi.
Dobbiamo interagire e costituire il sodalizio e l’insieme che era previsto perché la Terra fosse un paradiso realizzato nella materia. Ma per far questo serve la fede e la massa critica degli abitanti del pianeta necessaria per il cambiamento. Ognuno pronto deve fare la propria parte, spingendosi sempre più in là nel considerare ciò che può essere. Mai fermarsi, pensando ‘ora sono perfetto’ o ‘non devo fare altro’. C’è sempre qualche cosa di meglio che possiamo attivare in noi come consapevolezza e che nella materia è realizzabile. I tempi sono accelerati e ci aiutano nel distacco da ciò che non ci compete più e nell’attuazione delle nostre possibilità.
La gioia è lì, risiede nella consapevolezza della nostra unicità con l’insieme, con il tutto che ci comprende e compenetra, con noi stessi e la natura, che vive in noi e tramite noi. Una natura benevola e amabile, che non ha contrasti se noi non li abbiamo. Riprendiamo la nostra forza e la capacità creativa che ci appartiene.
Siamo grandi, potenti e mai soli. Questo è ciò che sappiamo nel profondo del cuore e che la natura sempre ci mostra, se solo cominciamo ad ascoltare con l’anima che siamo in questa incarnazione. Ma dobbiamo considerare la natura per quello che è, viva, attiva, senziente e bisognosa di amore come ogni altra creatura. Non siamo mai soli e la natura lo sa. Vuole evolvere, come ognuno di noi e sta chiedendo aiuto per poterlo fare. Voi ascolterete?
La gioia risiede proprio qui, nell’ascolto dal profondo, nel dare ciò che si può, in realtà a noi stessi, perché la natura e i suoi abitanti siamo noi, con tutti gli altri, in un insieme che ci accomuna e dal quale non si può
prescindere. È vedere lo sguardo della natura più amabile e bello, anche se sta mostrando il suo lato duro, che noi l’abbiamo costretta a manifestare. La gioia è saper vedere e percepire oltre le apparenze, nella certezza del proprio sentire. Richiede lavoro e attenzione, ma la natura aiuta in questo enormemente.