COME ARRIVARE A DIO

Non sappiamo ancora molto di noi stessi e di tutte il nostro agire, come conseguenze e coinvolgimenti, ma sicuramente possiamo imparare a capire la progressione delle nostre azioni e l’implicazione di tutto ciò che facciamo e che desideriamo.

Un tempo lontano questo era più semplice da scoprire a da percepire, perché la vita quotidiana era impostata in modo da lasciarci percepire e comprendere molto meglio di oggi. Nel momento attuale però non è impossibile, è solo richiesta un po’ di buona volontà in più, per non distrarsi con le innumerevoli motivazioni che sempre potremmo avere e trovare.

Nell’epoca antica di migliaia di anni fa, anche 3-4 mila, ma persino molte più, vi era una specie di possibilità insita, per chi voleva, di attenersi al bene e alla verità, ma non per questo era facile. Tutto dipendeva da come si voleva agire e riprendere la nostra vita, se avevamo lasciato la via maestra. Oggi è un insieme di norme a dettare legge e a supportare la nostra esistenza, in modo da non consentirci la chiarezza di vedute.

Il negativo intorno a noi si è talmente specializzato nel tempo, da ottundere le menti e far vedere l’uso del cuore e dell’intuito insieme come una banalità o peggio una condizione inesistente.

Non che la possibilità di cadere nell’errore interpretativo e nella conseguente depressione psichica e emotiva non sia sempre esistito, ma certo nell’epoca attuale è estremamente più presente. Questo però deve interessarci molto poco, perché è quasi irrilevante il tempo che diamo per fare e disfare cose molto poco utili, se poi ci dedichiamo anima e corpo a qualche cosa di veramente intrinseco per noi. Qualche cosa che ci porti in alto, a conoscere noi stessi più di quanto si sia mai fatto prima in tutto il tempo passato a giacere nell’inutilità.

Quando il tempo passa e ci rendiamo conto di tutti gli sbagli compiuti o lasciati compiere da altri al posto nostro, ci sentiamo sopraffatti da un’onda di dimissioni spirituali che non ci fa onore, ma c’è sempre un ma. Quelle pochezze interiori che possiamo vedere invaderci la vita in tutto ciò che facciamo sono persino utili alla fine, se non le lasciamo cadere in un niente di fatto, perché ancora non ci diamo da fare. Sta a noi riprenderci la nostra esistenza.

Il rispetto per questo è fondamentale. Il rispetto per se stessi e per coloro che ci stanno accanto e ci accompagnano, per quelli che non conosciamo o che incontriamo di sfuggita e persino per quelli che ci insultano e danneggiano. E non c’è rispetto per gli altri e la vita, se non rispettiamo il nostro essere. Ma sicuramente questa è la cosa più difficile da conquistare e mettere in pratica.

Come fare allora per avere e padroneggiare un’arte che dovrebbe essere innata e spontanea e che forse lo sarebbe se non ci venisse insegnato il contrario? È facile, basta fare dal cuore tutto ciò che sentiamo in armonia con il nostro essere. Tanto facile da realizzare, quanto difficile da comprendere nelle cellule di tutto il nostro organismo. Il cuore è la chiave di volta per agire in sintonia con noi stessi e la sua comprensione è percepibile in tutto il nostro essere in forma di sensazione di pace, di benessere, distacco e visione interiore e esterna distaccata e lontana, tanto quanto presente e attuale.

Non vi sono risposte immediate che ciò che facciamo sia corretto o sbagliato, a parte quella del cuore. Se sentiamo una spinta interiore a procedere in una direzione e non in un’altra, se la nostra attenzione viene presa immediatamente da qualcuno o qualche cosa, con un sentire repentino e profondo, quella risposta è quella che sgorga dal nostro cuore. Dovremmo ascoltarla o almeno vedere dove ci porta, anziché andare oltre disattendendola o facendo addirittura il contrario, come spesso succede. Questo è molto triste, è abdicare ai propri poteri e possibilità.

Si può rimediare se lo si fa, con l’attenzione ai nostri sentimenti e alle emozioni che proviamo, considerando il nostro sentire fisico e mentale come indicatori per riprendere la via che ci consente il ritorno a casa e spingendo il nostro sguardo interiore sulle motivazioni del nostro agire e non sui meccanismi mentali che ripropongono le stesse considerazioni. Riprendendo a poco a poco il comando della nostra vita, in base al sentire più profondo e scevro di orpelli, giustificazioni, recriminazioni e lamentele, si può onorare il cuore e la sua funzione. Quest’organo così potente, che rappresenta a livello sottile tutta la nostra capacità di agire come esseri umani-divini, è pulito e pronto per fare in linea con se stesso e tutto il Cosmo, se lo ripuliamo di tutto ciò che vi abbiamo scaricato sopra.

La via al Divino è questa, lavorare su di noi e in noi, al fine di togliere quanto vi è stato aggiunto e sovrapposto, ostruendo il passaggio della verità e la consapevolezza di chi siamo. È un ritorno a casa lento, ma anche rapido in quest’epoca accelerata dalla decisione Superiore. Il risveglio è improvviso, appena si giunge al punto di rottura con il passato e i suoi pesi e la mente comincia ad essere asservita al cuore e all’intuito, riprendendo la sua sana funzione. Così di apertura in apertura, di porta in porta si giunge alla conoscenza di noi e al dominio della nostra vita, divina come tutte le altre.