Il coraggio di essere se stessi è il massimo livello che si può raggiungere in vita nell’audacia umana, quella che spinge al divino. Non vi sto parlando della delicatezza qui, ma della possibilità di essere qualcuno di ben definito, di chiaro, di evidente. E in questo c’è spesso arroganza, visto da un punto di vista di società, di epoche, di abitudini, ma non è così. L’arroganza è dovuta dal sentirsi superiori, dal mettere sempre se stessi al primo posto in un campo umano, allontana dal divino e dal Sé. Il coraggio di vivere il proprio sè o almeno cercare se stessi è l’esatto opposto, prevede umiltà e gioia di vivere in abbondanza.
Non stiamo parlando di eventualità remote, che le persone possono avere solo quando stanno per realizzarsi, ma di atteggiamenti di animo che portano a una conoscenza e una disponibilità maggiori a livello sottile. Il coraggio supremo per un essere umano è dare tutto se stesso a Sé, nel riconoscimento che niente altro esiste, perché siamo tutti Uno e riprendendo la propria integrità si arriva presto alla meta finale, che non allontana più dal percorso. Fino a che non si è oltre il traguardo del non ritorno, c’è sempre la possibilità della ricaduta indietro, della scivolata col tonfo, o dell’alternanza di chiaro-scuro, o bene-male che dir si voglia. Non è previsto un ritorno indietro definitivo, perché il Cosmo va avanti e non consente che vi sia il blocco alla sua evoluzione, ma certo i tempi si possono allungare molto, soprattutto per i singoli individui.
Quindi il coraggio di guardarsi, di analizzarsi in qualsiasi momento è indispensabile per una crescita vera, individuale e generale. È il primo passo nella via del coraggio ed è un tipo di coraggio che porta a riconoscersi e accettarsi per quello che si è prima e per rivedersi nella luce divina poi. Cioè per scoprirsi magnifico-magnifica, al di là delle apparenze e del materiale. Questo è il secondo passaggio per essere in linea con sé e con l’evoluzione cosmica, che in realtà è già arrivata dove è sempre stata.
Il terzo passo del coraggio è risplendere della luce propria, essere come si è veramente e prendere da sé per dare agli altri in autonomia, non perché forzati o complessati, o soli e con mille problemi. Non sono più la rabbia, il pensiero positivo nascosto da negativo, o la inconcludezza del fare senza sapere perché e senza avere uno scopo ben definito nella vita che comandano i nostri passi, ma solo l’amore che porta al distacco totale e alla completa visione del Sé. Sentirete spesso parlare del Sé nel prossimo futuro, perché è la vera arma di ognuno di noi e la vera essenza che ci mette in contatto con tutti gli altri e l’Universo intero.
Quando si è stanchi di sé come si è normalmente e ci si sente tristi, grigi, insoddisfatti, è arrivato il momento di riprendere la propria vita in mano e di riattivare il percorso che avevamo scelto e che poi abbiamo abbandonato, tutto o in parte. È questo abbandono che ci fa stare male, ma è anche la difficoltà di riprenderci completamente che ci fa soffrire. Il distacco dal percorso e la difficoltà del riavvicinamento ci creano entrambi disagio e sofferenza. La soluzione è il coraggio.
Coraggio di vivere il proprio amore, senza aspettarsi niente dall’altro che abbiamo accanto o che è di passaggio, coraggio di affrontare i valori umani per quello che sono e di vivere i propri pensieri di altruismo, senza doverli mascherare di necessità o inevitabilità. A volte siamo molto migliori di come pensiamo, ma non abbiamo il coraggio di ammetterlo, perché questo ci porterebbe poi altre responsabilità. È un coraggio questo, o meglio un modo di vivere il coraggio diretto all’essenza. Non vi è difficoltà di attuazione per chi vuole vedere ciò che è e arrivare a considerare se stesso per quello che è, manifestazione della luce che a sé torna e che equivale gli altri tutti, quando manifestano se stessi.
I tre passi suggeriti sono quelli fondamentali per raggiungere la libertà di visione e la determinazione indispensabili per risvegliarsi al Sé e ognuno di noi deve arrivare ad affrontarli, insieme alle scoperte che farà con loro e con le qualità umane che sempre più svilupperà. Non sono difficili, né facili da raggiungere e mettere in pratica, ma indispensabili, necessari al risveglio dell’anima sopita. Il coraggio è un aspetto degli esseri umani e di coloro che gli appoggiano, angeli e tante altre conformazioni divine. Ma solo l’uomo può raggiungerlo e conquistarlo per libero arbitrio. E si torna sempre lì, sviluppare una caratteristica è vostra decisione oppure no.
Ogni visione di giusto e ingiusto, pauroso o coraggioso vi spetta di diritto, perché così avete deciso di nascere, con la capacità decisionale insita nella scelta. Scelta limitata si è visto, per karma singolo e generico, ma pur sempre scelta. E in questa rientra l’uso del coraggio. Può essere quello semplice e immediato dell’attività fisica, utile e necessario nel quotidiano, e quello della complessa visione di orizzonte, che pochi hanno al momento e che deve portare tutti a considerare lo scopo per cui siamo nati sulla Terra.
Quest’ultimo non è di per sé migliore o peggiore del primo, ma certo ugualmente indispensabile per una vita degna e completa e soprattutto unico a portarci ai piani superiori, dove ogni essere umano è destinato a vivere in consapevolezza, per poi aiutare altri che, come lui prima, faranno lo stesso percorso e non è detto che questi siano adesso in forma umana. Mi riferisco agli animali, fratelli minori di noi umani, non come importanza ma come momento di sviluppo, un po’ come i bambini rispetto agli adulti. Riguardo agli animali sempre abbiamo il dovere di aiutarli a crescere, ma quando siamo arrivati a conoscerci e verificarci, possiamo fare molto di più.
Il nostro raggio di azione si amplifica e si sposta a un livello vibrazionale molto più elevato e in tal modo può toccare e includere nel suo spettro di luce molti più esseri a diversi piani di esistenza e sviluppo. In poche parole, evolvere singolarmente fa bene a tutti, non solo all’interessato, perché l’allargamento del raggio di azione è sempre maggiore, ogni volta che si ascende un po’. E per fare questo ci vuole coraggio di andare contro corrente, di fare da sparti acque e, ancor più, di considerare che quello che facciamo non solo non verrà capito, ma che potrà essere tacciato per egoista, dannoso, o peggio.
Tenete a mente che gli opposti si assimilano all’apparenza e che niente può delimitarli, se non il buon senso e la Verità. Muovetevi in questa linea e trovate il coraggio di agire per l’umanità, a partire da voi. Il resto verrà spontaneamente.